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evaromoli

Aggiornamento: 5 mar






Non credo ai segni del destino, ma ieri mi sono arresa quando ho trovato questa lumachina addormentata sul muro del mio davanzale, in un condominio a Roma, perso nell'overtourism pre-giubilare.

Uscita chissà da dove, spero dal vaso dove era piantata la persa (maggiorana) di Mario e Mimma e che tengo con tanto Affetto.

Non lo so.

So che era l'animaletto preferito di Lady Gaga e forse anche il simbolo della nostra vita.

Andare piano e portarsi dietro la propria casa ovunque o almeno sentirla ovunque.

Qui va tutto bene, Ma'.

Come sai.



 
 
 
evaromoli

Aggiornamento: 5 mar

A 1 anno avevo davanti a me tutte le avventure del mondo e forse anche una carriera nel motocross, chissà?!

Ero ben equipaggiata, col clacson, le rotelle, i polpacciotti nei calzini rossi e la mano di mamma che mi permetteva di stare in equilibrio, nonostante la ciccia mi tirasse verso terra, mentre mio Zio faceva la foto e Papà mi sorrideva, perché lui le foto non sapeva farle, ma le amava e ci scriveva sempre la data dietro.

Io e Mamma ci siamo ricambiate amore, sostegno e forza di guardare avanti ridendo sempre, sapendo di avere una mano alla quale appoggiarci, per non cadere.

Anche se l'abbiamo scoperto in due momenti della vita differenti.

Siamo state 2 donne fortunate e anche avventurose, perché per credere nell'Amore, qualsiasi forma abbia, bisogna abbandonarsi all'avventura.

Anche se poi, nessuna delle due si è mai spinta sulla route 66 in moto.

E per questo, per questo scambio reciproco, di cui mi accorgo solo ora che lei non c'è più, ricordarla mi regala sempre gioia e mai tristezza.

L'amore è comunque sempre una fortuna.

Ps

Sì, era bellissima.


 
 
 
evaromoli

Aggiornamento: 5 mar


Nel cassetto in alto a destra del mobile dell’ingresso, che ora è a Blera, avevo raccolto alcune tue cose, che hanno perso col tempo il loro uso e il loro posto in casa, convinta di tenere così il filo della memoria, ma senza riuscirci veramente. I ricordi si assottigliano e le cose restano cose. Sono io che mi attacco agli oggetti, riempiendo cassetti e scatole, come fossero un appiglio al mio per sempre.

Un pomeriggio ho aperto il cassetto e ho trovato tutto sempre lì.

Ma che ne sanno i tuoi occhiali, ancora col cordino consumato e arrotolato intorno alle lenti, di tutti i libri che hai letto e che hai lasciato? E le chiavi di casa, ancora nel portachiavi con le 500 lire attaccate, sanno quante volte le hai usate per aprire la porta e dirci oh, sono arrivato!? Mentre io e Alessandro studiavamo e Mamma in cucina preparava il nostro tempo insieme, coi tacchi e Chanel nr.5, inconsapevole della sua bellezza.

Il libretto degli assegni con le matrici mezze rotte, dove ritrovo la tua calligrafia illeggibile, sa restituire il tempo che hai dedicato al tuo lavoro senza riposare mai? Senza mai dirci, " il prossimo fine settimana non ci sono".

Ci sei stato sempre, Papà.

L’agendina verde scuro col bordo dorato. Di quelle piccolissime, che compravi dal tabaccaio sotto casa i primi di gennaio, perché costavano meno e ti vantavi di quel risparmiare stupido e minimo. Le usavi per appuntare cose che capivi solo tu, numeri di telefono senza prefisso né nome, date e asterischi. Pazienti speciali, visite da programmare per loro.

Il tuo mondo, fuori dalla nostra porta.

Che sa restituire questa agendina della tua attenzione e della tua memoria?

La statuetta del presepe, poi?

Quella di Baldassarre con la testa rotta e incollata da Natalina col Vinavil, sa raccontare le risate di quel 24 dicembre, quando aprimmo il Gewürztstraminer mentre Mamma friggeva i carciofi? E la pipa di legno, sapeva che sarebbe restata lì, mai usata, solo perché tu ci tenevi e dicevi "un giorno, vedrete, fumerò la pipa"?

La tua tessera elettorale piena caselle ancora vuote, saprebbe ridarmi la tua costante polemica, verso un mondo che oggi faresti fatica a riconoscere?

La Parker biro dorata e blu, quella che ti avevo regalato un 2 ottobre, è l’ultima cosa che trovo nel cassetto, impolverata e con la punta bloccata: sa restituire lei tutte le parole che non mi hai mai scritto?

Quelle che portavi nel cuore. Quelle che so.

Gli oggetti smettono di avere il loro uso e io vorrei avere la forza di non averne più bisogno e di non riempire più cassetti come questo."


 
 
 

Parole mie

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