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  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 17 mar




Devo comprare l’astuccio.

È una settimana che giro per casa chiedendo di accompagnarmi, ma nessuno mi ascolta. Mio fratello è in camera che studia; mio padre è a lavoro; mamma lava i pavimenti, canta e mi passa davanti senza nemmeno fermarsi. Lunedì comincia la scuola e io ho solo la penna bic blu col tappo mozzicato e non va bene. Mi serve un astuccio a tre scomparti, come quello di Simona.

Che bello l’astuccio rosso di Simona! Lei ha sempre tutte le ultime novità di cancelleria. Dice che è la madre, che lavora davanti alla cartoleria e ogni sera le porta qualcosa. Avessi pure io una madre così… Mia madre invece dice che a scuola basta avere una matita con la gomma e il temperino e poi che le mamme devono pensare alla casa, non agli astucci… questo dice mamma.


Nessuno mi capisce, qua dentro. Mi serve un astuccio come dico io e devo riempirlo bene: ci devo mettere la penna blu, rossa, verde e nera, 2 matite col temperino di ferro, la gomma da cancellare profumata, quella a forma di fragola, che mi ha regalato Luisa per il compleanno e che sta ancora nella scatoletta, 2 evidenziatori e poi il righello verde. Io lo so bene quello che ci voglio, nell’astuccio nuovo. Qualcuno però mi deve accompagnare a comprarlo. Poi ho solo 1000 lire e non lo so se mi bastano. Qualcuno deve venire per forza. Adesso mi fermo davanti alla porta di casa e aspetto che torna papà e se torna tardi pure oggi, gli lascio un biglietto sul letto e gli chiedo di lasciarmi i soldi, sennò scappo di casa. Papà le 1000 lire ce l’ha sempre.


Che bella idea che ho avuto a comprare queste cassette di Califano, così mentre pulisco ascolto la musica e non penso.

«Eva, spostati, che devo lavare per terra».

«Mamma, quando hai fatto, mi accompagni a comprare l’astuccio, che lunedì inizia la scuola?».

«Un altro astuccio? E quello dell’anno scorso? Che fine ha fatto? Io oggi ho da fare a casa, chiedi a tuo fratello, ma aspetta che si asciuga per terra, che il corridoio è bagnato!».

Questa bambina traffica sempre con le penne, non so più come fare.


Toc toc.

«Chi è ?»

«Alessandro, sono io, mi accompagni a comprare l’astuccio? Lunedì inizia la scuola»

«Embè? Io sto a studia’ non vedi i libri? Non c’ho tempo. Chiudi la porta e non rompe». Che palle, questa. Ogni cosa che si mette in testa, rompe finché non la ottiene. Oggi l’astuccio, domani le pentoline. Tutti intorno a lei. Ma a me non mi freghi… e poi, ti pare che esco con te?


«Sono a casa!!» .E questo che è? Un biglietto rosa.

URGENTE: per Papà. Causa indifferenza generale, se non mi lasci i soldi per l’astuccio, domani scappo di casa con quello della terza media, che tu dici che è troppo grande per me, che sono una bambina e l’astuccio me lo faccio comprare da lui, che mi ascolta sempre a ricreazione, non lava sempre per terra e non fa finta di studiare.

Ma io dico, un cristiano lavora tutto il giorno, torna a casa distrutto e si trova pure a risolvere queste cose? Ma una madre non ce l’avete? Pina, che è ‘sta storia dell’astuccio? E quello di terza media ancora gira? Pinaa!


 
 
 
  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 17 mar




Quando eravamo piccoli, la mattina del 30 novembre trovavamo sempre un pesce di cioccolata sul davanzale della camera.

Avvolto in una carta di alluminio, colorata. Non ricordo nemmeno se poi lo mangiassimo. A farci felici, era più l’idea che di notte, SANT’ANDREA arrivasse fino a casa nostra, si arrampicasse fino al balcone, solo per lasciare quel regalo e poi andare via.

Un anno, da Castroni i pesci forse erano finiti, e trovammo frutta secca, noci, nocciole e cioccolatini, con una lettera di scuse, da parte di SANT’ANDREA.

La lettera era scritta da mia Madre su una ricetta di mio Padre.

Io feci finta di crederci.

Per farli contenti tutti.

Mamma, Papà e SANT’ANDREA.




 
 
 
  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 17 mar




Ma sì, il bus ritarda di 51 minuti... e che ci importa? Andiamo a piedi, godiamocela, questa estate romana!

Godiamoci i sampietrini divelti e i malleoli sempre a rischio; godiamocelo il fresco del lungotevere con le fronde dei rami in testa, con la poveraccia con il risciò in fermo amministrativo e i documenti squadernati ai vigili, col cappello nell’ascella sudata; godiamoceli questi gabbiani felici e liberi di volare in picchiata sulle buste di immondizia, lasciate con noncuranza sui marciapiedi davanti a Sampietro; godiamocela la strada chiusa al traffico veicolare per l’udienza der papa, ma piena di piccioni che non volano più e aspettano il prossimo mercoledì, per farsi benedire; godiamoceli gli ubriachi di Peroni a temperatura ambiente, buttati sugli scalini di 10 cm pur di bivaccare, sfiniti, dar callo e dai calli; godiamoceli i turisti senza scarpe a mangiare gelato in coppette da 5 euro da buttare in modo indifferenziato, a terra; godiamoceli questi lavori in corso che per passare a piedi, devi camminare di sguincio.


Godiamocela tutta, questa estate romana!




 
 
 

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