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  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 17 mar




Mi piacciono le persone che parlano piano, che non usano il tono di voce per rendersi importanti.

Mi piace chi ascolta e sa fare domande senza essere fastidioso, perché lascia che sia io a parlare per prima, non a rispondere. E se io non ho voglia di parlare, non me ne fa una colpa.

Mi piace chi sa aspettare, chi apprezza il valore del tempo.

Mi piace l’estate, anche quando finisce, perché mi fa amare l’attesa.

L’attesa di un maglione, di un cinema, del piumone, di una domenica al mare, di un pomeriggio passato a dormire e a leggere. Di un giorno felice al lavoro. Di una cosa buona da mangiare. Di un bacio. Di una notte che non sapevo.

Mi piace fare la spesa e incontrare sempre le stesse persone e salutarle sorridendo. Mi piace farmi consigliare quando scelgo la frutta.

Mi piace ritrovare le cose importanti per me. Prendermene cura.

Mi piace camminare senza scarpe e mettere tutte le dita per terra.


 
 
 
  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 17 mar




Ti ha lasciato una maglietta prima di partire. Aveva l’odore del suo bucato, del suo armadio, che non hai visto mai. Ci hai dormito con lei vicino e te la sei portata via.

È solo una maglietta, sì.

Ma in quel cotone, ora sottile, ci sono pezzi di vita e di tempo trascorso, le Highlands e Parigi, la tenda nel giardino arrangiata con le scarpe di fuori e la stanza di Montmartre con la finestra che non si apriva, le borse fatte in dieci minuti e le mollette colorate sul filo, in quel cortile ad asciugare, ci sono anni trascorsi nell’angolo dell’armadio, ad assorbire parole perse nell’aria e scivolate sui quaderni o sui fogli sparsi del cassetto, serate di musica, di libri o di telefonate, serate di risate e di pianti, giorni passati felicemente a studiare, con i capelli raccolti.

Tantissimi giorni, finché lei non ha deciso di prendere proprio quella maglietta proprio quella sera e di portarla a te e per te. Quella sera arrangiata, che era estate solo sul calendario, ma non sul cuore.

Quella sera che per te era solo una serata e invece alla fine è stata una sera bella.


 
 
 
  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 17 mar




Ci sono persone invisibili a molti, che però abitano la nostra vita e ne fanno parte.

Il barista che ci prepara il caffè come lo vogliamo senza chiedercelo, la fruttivendola che sa quali mele ci piacciono e le sceglie per noi, la cassiera del supermercato che si accorge se siamo stanchi la sera.


Persone che non parlano quasi o parlano piano.

E poi ci sei tu, che compi ogni giorno questo tuo antico e normale gesto, per il quale ti affatichi sul marciapiede, fino alla fontanella all’angolo. Riempire le bottiglie di acqua fresca. E quando mi incontri, sempre ti fermi e mi saluti. Mi sorridi, mi chiedi come sto e te ne vai pianissimo.


 
 
 

Parole mie

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