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03 giugno 2022/ Un pomeriggio a Roma

Aggiornamento: 5 mar




Un amico caro dal 2002 mi dice spesso che dai miei racconti del quotidiano a Roma, vede spesso la scena di Verdone, prima di partire per Ladispoli, con l'olio per terra, le buste della spesa sui sampietrini, lo sguardo perso, il sole che brucia sulla fronte, il passante di turno che pontifica.

Ogni volta ridiamo e ogni volta penso che abbia ragione.

Ultimamente, alle buste, si affiancano faldoni e documenti fotocopiati, di 2/3 pratiche infinite che ho deciso di affrontare, nonostante crisi, pandemia, guerre, vaioli, ginocchia, gabbiani, cornacchie, cinghiali.


Ma tant'è, si continua a camminare (! ) sui sampietrini e a ridere e va bene.


In tutto questo, mercoledì mi capita una cosa bella: ho incontrato un uomo (no un ragazzo, un uomo proprio) davanti alla gelateria, alle 7 di pomeriggio, a mangiare un cono gelato. In pace, seduto sulla panchina, con una gamba accavallata sull'altra. La caviglia sul ginocchio. Comodo.


E ho pensato che quell'uomo ha capito tutto e che la ricchezza vera è proprio prendersi un gelato e mangiarselo su una panchina, seduti così. Di pomeriggio, a Roma.


 
 
 

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