
Questo pomeriggio, 18 anni fa, a quest'ora e senza saperlo, ho riso per l'ultima volta con te, ti ho fatto firmare con la mia Lamy verde, che non eri più capace ad usare la stilografica, dicevi, dal 1950, hai cacciato per me i piccioni dal terrazzo della tua stanza del Forlanini, mentre mangiavamo supplì tiepidi della rosticceria, che ci ungevano le mani.
Chissà se gli alberi, lì davanti, ricordano le risate che ci siamo fatti, Papà.
Ora che ci sono solo loro, nel giardino e io non dico più Papà da quel pomeriggio.
Però ti porto negli occhi, in tutto quello che vedo, leggo, scrivo. E così tu, non hai smesso mai veramente di vivere. E forse ridi ancora, mentre mi vedi qui.
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