
Ma', ci siamo.
È passato un anno da quel 10 luglio, alle 18, più o meno.
Più meno che più.
Quel pomeriggio che non mi facevano entrare per vederti, perché ero fuori orario e io, come se avessi tempo da perdere, passeggiavo tra i viali del San camillo col succo d'ananas in una mano, le birkenstock nuove ai piedi, e con l'altra mano mandavo messaggi a chi voleva sapere, ma non capiva e la borsa sulla spalla, pesava di cose inutili per te.
Perché gli orari vanno rispettati. E io li rispettavo, soprattutto davanti al padiglione Maroncelli.
E quando poi sono arrivata da te, la mia vita, per quello che era allora, si è fermata.
Pensavo di entrare come ogni nostro pomeriggio di quei giorni, posare le mie cose in un angolo, lavarmi le mani, baciarti la fronte e pettinarti i capelli, sistemandoli nello chignon, metterti il rossetto dior 999 e il tuo profumo, quello che avevi avuto per il tuo compleanno, te lo ricordi chi te l'ha regalato, Ma'?
Io sì.
Pensavo di entrare e sorridere e raccontarti della mia inutile giornata di lavoro.
Invece no.
Invece non ho potuto fare niente, raccontarti niente, se non stringerti a me in silenzio, in mezzo ad estranei senza pudore che parlavano al cellulare in viva voce, delle cose da fare il fine settimana dopo, mentre i tuoi occhi sulla vita si erano chiusi per sempre e con loro, la tua magia.
Senza le tue battute per allontanarmi, come facevi sempre quando ti abbracciavo, quel momento è durato un'infinità.
Un abbraccio e tu non potevi più minimizzare l'amore, come ti veniva sempre facile, mentre cucinavi e facevi le tue cose per casa.
Io non lo minimizzo l'Amore, Ma', io lo celebro, perché non voglio perdere nulla.
Quel tempo di quel pomeriggio, resta nel mio cuore.
12 mesi. 1 anno. 52 martedì.
Quanti passi ho fatto con le Birkenstock e con le scarpe d'inverno e quanti rossetti ho cambiato, quanti caffè ho bevuto, quanti libri ho letto? Quanti cappelli ho cambiato?
Saresti felice, di vedermi così o forse avresti da ridire perché non pulisco abbastanza le finestre?
Non lo so, Ma', però le tue piante sono fiorite, il frigo è sempre pieno e dentro casa è passato tanto Amore. Anche se non pulisco le finestre tutti i giorni, come facevi tu.
L'amore arriva uguale.
Dopo 52 martedì, ti dico che quello che conta è l'amore che mi è arrivato da ogni angolo.
Da Blera e dalle persone meravigliose che ho incontrato, da Alessandro e dai nostri giorni insieme per il nostro mondo strano, dai volti del quartiere dove abbiamo passeggiato in ogni stagione, dalla Zia che mi cucina le stesse cose che mi cucinavi tu e mi da i consigli che mi avresti dato tu, da tutte le persone che sanno fermarsi un attimo, solo per chiedermi semplicemente come sto, dalle Amiche che mi hanno fatto sempre ridere e mi ascoltano. E lo fanno ancora, tutti i giorni. Un nuovo modo di pensare la famiglia.
Tu, resta sempre a guardare, eh!
E sorridi, litiga e sorridi con Papà, che ti dava sempre ragione, per farti contenta, perché il tuo sorriso era meraviglioso e confondeva tutti. Ma era bello, soprattutto accanto al mio e nei giorni prima di Natale, come in questa foto.
E non perché avevi sempre ragione. E nemmeno perché stesse arrivando Natale.
Solo perché avevi un sorriso bellissimo. Tutto qui.
Mi manchi tanto, ma sono felice della mia vita, così come è ora e ho sempre bei profumi da spruzzare e rossetti da cambiare, Amiche speciali accanto a me, un Fratello che è un pezzo del mio e del tuo cuore e tanto, tanto Amore.
Proprio quello che immaginavi ridendo, il giorno del tuo compleanno, qui davanti al portone di casa.
Proprio quello lì.
コメント