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26 novembre 2020 / La cartoleria

  • evaromoli
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 17 mar




Devo comprare l’astuccio.

È una settimana che giro per casa chiedendo di accompagnarmi, ma nessuno mi ascolta. Mio fratello è in camera che studia; mio padre è a lavoro; mamma lava i pavimenti, canta e mi passa davanti senza nemmeno fermarsi. Lunedì comincia la scuola e io ho solo la penna bic blu col tappo mozzicato e non va bene. Mi serve un astuccio a tre scomparti, come quello di Simona.

Che bello l’astuccio rosso di Simona! Lei ha sempre tutte le ultime novità di cancelleria. Dice che è la madre, che lavora davanti alla cartoleria e ogni sera le porta qualcosa. Avessi pure io una madre così… Mia madre invece dice che a scuola basta avere una matita con la gomma e il temperino e poi che le mamme devono pensare alla casa, non agli astucci… questo dice mamma.


Nessuno mi capisce, qua dentro. Mi serve un astuccio come dico io e devo riempirlo bene: ci devo mettere la penna blu, rossa, verde e nera, 2 matite col temperino di ferro, la gomma da cancellare profumata, quella a forma di fragola, che mi ha regalato Luisa per il compleanno e che sta ancora nella scatoletta, 2 evidenziatori e poi il righello verde. Io lo so bene quello che ci voglio, nell’astuccio nuovo. Qualcuno però mi deve accompagnare a comprarlo. Poi ho solo 1000 lire e non lo so se mi bastano. Qualcuno deve venire per forza. Adesso mi fermo davanti alla porta di casa e aspetto che torna papà e se torna tardi pure oggi, gli lascio un biglietto sul letto e gli chiedo di lasciarmi i soldi, sennò scappo di casa. Papà le 1000 lire ce l’ha sempre.


Che bella idea che ho avuto a comprare queste cassette di Califano, così mentre pulisco ascolto la musica e non penso.

«Eva, spostati, che devo lavare per terra».

«Mamma, quando hai fatto, mi accompagni a comprare l’astuccio, che lunedì inizia la scuola?».

«Un altro astuccio? E quello dell’anno scorso? Che fine ha fatto? Io oggi ho da fare a casa, chiedi a tuo fratello, ma aspetta che si asciuga per terra, che il corridoio è bagnato!».

Questa bambina traffica sempre con le penne, non so più come fare.


Toc toc.

«Chi è ?»

«Alessandro, sono io, mi accompagni a comprare l’astuccio? Lunedì inizia la scuola»

«Embè? Io sto a studia’ non vedi i libri? Non c’ho tempo. Chiudi la porta e non rompe». Che palle, questa. Ogni cosa che si mette in testa, rompe finché non la ottiene. Oggi l’astuccio, domani le pentoline. Tutti intorno a lei. Ma a me non mi freghi… e poi, ti pare che esco con te?


«Sono a casa!!» .E questo che è? Un biglietto rosa.

URGENTE: per Papà. Causa indifferenza generale, se non mi lasci i soldi per l’astuccio, domani scappo di casa con quello della terza media, che tu dici che è troppo grande per me, che sono una bambina e l’astuccio me lo faccio comprare da lui, che mi ascolta sempre a ricreazione, non lava sempre per terra e non fa finta di studiare.

Ma io dico, un cristiano lavora tutto il giorno, torna a casa distrutto e si trova pure a risolvere queste cose? Ma una madre non ce l’avete? Pina, che è ‘sta storia dell’astuccio? E quello di terza media ancora gira? Pinaa!


 
 
 

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